Laura Silvia Battaglia

Venerdì, 11 Novembre, 2022
Ore: 
17.30

Giornaliste in guerra: la donna che vuol essere nella storia

Laura Silvia Battaglia dialoga con Giulia Zennaro

«È incosciente pensare che te la caverai sempre o che la guerra sia qualcosa di eccitante. La guerra è una condizione dove l’essere umano può arrivare a perdere anche ogni forma di umanità. Devi sempre sapere che non è un gioco: ti stai assumendo dei rischi per essere testimone della Storia». Da cronista di nera, la catanese Laura Silvia Battaglia, sin da bambina, si è abituata a “vivere all’estremo”. Ma l’attentato alle Torri Gemelle nel 2001 l'ha spinta a muoversi: «Ho capito volevo essere lì, dove la Storia si fa. E ho deciso: avrei fatto quello che facevo a Catania, ovvero la cronaca, ma anche in posti molto lontani». Nelle zone più difficili, nei territori più tormentati dai conflitti. In prima linea, per «essere testimone della Storia, possibilmente facendolo dalla parte dei civili, sempre i più negletti, coloro che pagano il prezzo di chi la guerra non la fa e non la subisce ma la comanda». Di qui la volontà di guardare, di capire, di esserci: «In guerra bisogna avere il coraggio di raccontare il “perché” accadono certe cose sul terreno. Mi sono sempre interrogata su quanto l’essere umano si possa spingere in comportamenti e situazioni estremi».

Reporter in aree di crisi dal 2007, conduttrice e autrice per Rai Radio 3 e specializzata in Medio Oriente, con particolare focus su Iraq e Yemen, Laura Silvia Battaglia si muove tra Libano, Kosovo, Palestina, Egitto, Tunisia, Libia, Israele e Afghanistan, raccontandoli per molte agenzie video-giornalistiche internazionali e i media italiani. Ora vive tra Milano e la capitale yemenita Sana, dove è nato e cresciuto suo marito Taha Al-Jalal, laureato in traduzione e interpretariato. «Per fare questo mestiere servono molto studio, preparazione e anche una profonda consapevolezza di se stessi: devi comprendere quali sono i tuoi limiti fisici e psicologici, per evitare di metterti in situazioni davvero pericolose. Serve serietà e, di fondo, è necessaria una grande motivazione interiore».

Ha girato, autoprodotto e distribuito dieci documentari, tra i quali “Yemen, nonostante la guerra”, prodotto da Rai Doc, uno spaccato nella vita dei civili yemeniti in guerra, e “MariaGrazia Cutuli. Il prezzo della verità” che ha vinto il premio “Giancarlo Siani” 2010. Ha scritto la raccolta “Per favore non ditelo ai poeti” (Ibiskos Ulivieri, 2005), “Lettere da Guantanamo” (Castelvecchi) e insieme a Paola Cannatella la graphic novel “La sposa yemenita” (Becco Giallo, gennaio 2017).


 

 
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Ultimo aggiornamento: 10/11/2022 ore 12:49