Commemorazioni del Giorno del Ricordo 2021
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La Repubblica italiana riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Legge 30 marzo 2004, n. 92
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La presidente del Consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, giovedì 4 febbraio alle 11.30 ha presieduto la conferenza stampa di presentazione del programma di eventi per il Giorno del Ricordo 2021.
L'appuntamento si è svolto nella sala consiliare del Municipio di Mestre e d è stato possibile seguirlo in diretta streaming.
Il Comune di Venezia rende omaggio anche quest'anno alle vittime delle Foibe e dell'esodo Giuliano Dalmata con una serie di eventi diffusi su tutto il territorio comunale per commemorare il Giorno del Ricordo.
Sono oltre trenta gli appuntamenti in programma quest’anno tra incontri, conferenze, presentazioni di libri, cerimonie e racconti teatrali. Eventi che contribuiscono a rendere questa celebrazione sempre più articolata e complessa, occasione di necessaria e approfondita riflessione su quei drammatici avvenimenti storici. Il calendario degli eventi è consultabile online sul sito del Comune di Venezia con la possibilità di seguire le iniziative in diretta o differita streaming sui canali social del Comune o su quelli degli organizzatori.
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Elemento comune di questo dramma fu la quasi totale mancanza di notizie delle persone deportate che sparirono senza lasciare traccia, per cui nel tempo si è consolidato l'uso del termine «foiba» nel suo significato soprattutto simbolico, come paradigma di una vicenda molto più ampia, a prescindere dal luogo esatto e dalle specifiche modalità che interessarono le singole uccisioni.
Il termine «foiba» divenne nel tempo rappresentativo della fine di tutte le migliaia di persone scomparse senza dare più notizia di sé, uccise a seguito di due distinte ondate di violenza scatenate da elementi del Movimento Popolare di Liberazione jugoslavo. Molti vennero fucilati o comunque eliminati durante la loro deportazione, altri cessarono di vivere per malattia, per stenti o per le esecuzioni sommarie di cui furono vittime nei lunghi periodi di detenzione nelle carceri o nei campi di concentramento nelle varie regioni della Jugoslavia.
Foiba: vocabolo derivato dal latino fovea che significa fossa, abisso. Fino a pochi anni fa il termine si trovava solo nei testi di geologia per definire uno dei tanti fenomeni carsici tipici della Venezia Giulia. Le foibe sono delle cavità naturali, voragini a forma di imbuto, che sprofondano più o meno verticalmente nel terreno per decine di metri, talvolta con salti di due-trecento metri, autentici pozzi naturali, abissi che appaiono all'improvviso sul territorio. Possono avere dimensioni molto variabili, da quella di Pisino, la più vasta dell'Istria, a quelle del Carso triestino. La bocca della foiba, o inghiottitoio, ha di solito un'apertura della larghezza di pochi metri ed è quasi sempre semi occultata dalla vegetazione spontanea che vi cresce attorno, per cui risulta di difficile localizzazione. Sotto l'apertura si spalanca la voragine che ha un andamento quasi sempre molto irregolare e tortuoso, che si sviluppa in cunicoli ed anfratti inaccessibili all'uomo.
Sovente è difficile, se non impossibile, capire dove finisca la voragine perché essa, molte volte, si dirama in un dedalo di stretti pertugi che continuano a scendere, perdendosi nelle viscere della terra.
Per informazioni:
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Revisione dei contenuti: 24/05/2021