Vittoria Mazzonis

Vittoria Mazzonis di Pralafera (Torino, 03/08/1997) è un’artista laureata alla NABA (Nuova Accademia delle Belle Arti) di Milano presso il dipartimento Pittura e Arti Visive e attualmente iscritta al corso magistrale di Arti Visive dell’Università Iuav di Venezia.

Tra il 2012 e il 2019, è stata fotografa presso l’Ocean Film Festival, The Reel Rock Film Festival e il Banff Film Festival. Nel 2015 ha vinto il concorso fotografico “Meraviglia” del Salone del Libro di Torino. Ha lavorato come assistente gallerista presso Paola Sosio Contemporary Art Gallery in occasione di The Other Art Fair nel 2018. É stata mediatrice culturale della mostra Soggetto imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia a cura di Marco Scotini presso FM, Open Care. Inoltre, è stata assistente alla produzione durante la realizzazione del documentario Sulle tracce di Maria Lai (2020) di Maddalena Bregani con la consulenza scientifica di Davide Mariani, prodotto da LaGalla23 Productions, Milano. Il 21 Settembre 2020 si è laureata a pieni voti alla NABA con la tesi, suo manifesto artistico “Abitare la Terra come un Poeta”. Durante il 2021 ha preso parte alla mostra collettiva SISTEMA! Curata da Francesca Grossi, presso l’associazione 21 a Lodi, dal 4 al 25 luglio. Nello stesso anno è stata selezionata per una residenza artistica presso il Teatro delle Farfalle a Scalvaia, in provincia di Siena. Ha raggiunto inoltre il primo posto nel bando della Fondazione Bevilacqua la Masa a Venezia per l’assegnazione di un atelier da ottobre a luglio 2022. È al momento impegnata nel progetto Platea, Palazzo Galeano per una mostra personale che si terrà dall’11 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022; e in un progetto fotografico editoriale che prenderà forma in primavera del 2022.

Vittoria Mazzonis approfondisce un’indagine sul concetto di identità, intesa come origine, luogo di appartenenza. Forma espressa attraverso la fotografia e l’installazione scultorea. Gli spazi sono composti e proposti attraverso una narrazione autobiografica. Nei lavori scultura e fotografia si mescolano, diventando l’una funzionale per l’altra in una compenetrazione di piani non sempre distinguibile. La ricerca continua nasce dalla necessità di colmare un vuoto esistenziale, dato dalla non conoscenza delle sue origini. Vi è sempre una tensione verso l’equilibrio della forma: la sua essenza duale si basa sulla molteplice e fragile sfaccettatura identitaria. È dunque nella tensione tra due poli, in questa instabile stabilità, che risiede il punto cardine del suo equilibrio. Un equilibrio che si tramuta in sculture, realizzate con elementi scovati per strada, in un processo di appropriazione territoriale che le permette di creare un legame più profondo con i luoghi in cui si trova a vivere.

Palazzo Carminati
vittoriamazzonis@gmail.com

Fenice, 2021, Ferro ed elementi naturali, Stampa fotografica 70 x 50 cm

Fenice
Parte di una serie di lavori fotografici e scultorei. Utilizzando oggetti ed elementi naturali di scarto, le composizioni proposte vogliono restituire valore ad elementi spesso non considerati. E’ sempre presente la necessità di conoscere il territorio che mi circonda, per cercare di poter affondare in esso le mie radici. Studio avanzato sull’equilibrio della forma. Metafora del cambiamento. Il valore dell’unità è determinato dal rapporto che essa intrattiene con gli altri elementi.

 

Ultimo aggiornamento: 25/11/2021 ore 11:03