Michele Spanghero. Tracks

da Sabato, 28 Ottobre, 2023 a Domenica, 10 Dicembre, 2023
Ore: 
12.00-17.00


Michele Spanghero. Tracks
mostra a cura di: Stefano Coletto
in collaborazione con: Galleria Alberta Pane
sede: Palazzetto Tito , Dorsoduro 2826, Venezia
apertura: dal 29 ottobre al 10 dicembre 2023
da martedì a domenica, dalle 12.00 alle 17.00
aperta mercoledì 1 novembre e venerdì 8 dicembre
chiusa martedì 21 novembre

inaugurazione: sabato 28 ottobre ore 18.00
ingresso: libero
per informazioni: 041 5207797, info@bevilacqualamasa.it
sito web: www.bevilacqualamasa.it


Sabato 28 ottobre alle ore 18.00 la Fondazione Bevilacqua La Masa apre al pubblico, nella sede di Palazzetto Tito, la mostra personale di Michele Spanghero.

Nato a Gorizia nel 1979, considerato tra i migliori artisti della sua generazione nell’ambito delle ricerche sulla sound art, presenta a Venezia la sua prima vera retrospettiva. La mostra, realizzata dall’Istituzione in collaborazione con la Galleria Alberta Pane, dal titolo Tracks e curata da Stefano Coletto, si presenta come un tentativo di rilettura della produzione di Spanghero attraverso una scelta di opere e materiali anche inediti.

Nel piccolo e prezioso spazio espositivo del Palazzetto veneziano si alternano opere appartenenti a periodi diversi, realizzate in quasi vent’anni di ricerca, accostando l’analitica riflessione sull’architettura degli spazi espositivi, la meticolosa ricerca progettuale attorno alla materializzazione del linguaggio sonoro e, nell’installazione, la combinazione di sculture, audio, proiezione video e fotografia.

Le relazioni create dall’allestimento della mostra nelle rispettive stanze avvicinano il pubblico ai complessi temi che caratterizzano da sempre la ricerca dell’artista.

Double Negative (2020) è l’opera emblematica, introduttiva di una ricerca rigorosa e raffinata sulla forme e sui materiali con la quale l’artista realizza sculture minimaliste che contengono registrazioni di risonanze di architetture, oppure di altri contenitori cavi, come in 1:10.000 (2010), dove la misura sonora di un vuoto più grande viene compressa in un oggetto più piccolo.

Il grande salone d’ingresso, oltre ad un’ampia raccolta di disegni e progetti, si caratterizza per gli oggetti muti, modelli in scala di opere più grandi, che interrogano il silenzio, nella loro enigmatica presenza, introdotti dal lavoro What You See Ain’t What You Get, esposto in una Collettiva, proprio alla Bevilacqua nel 2011. In questa opera gli speakers emettono frequenze infrasoniche che, tra le altre cose, si avvicinano alla frequenza delle onde alfa del cervello, che si vedono nelle vibrazioni della membrana dell’altoparlante, ma non si sentono.

Il lavoro fotografico che ritaglia geometricamente il reale e avvia un percorso verso l’astrazione, Difference and Repetition (2005), introduce Exhibition Rooms (dal 2007) e Studies on the Density of White (dal 2010), opere che nascono dall’interesse di Michele per una indagine analitica, potremmo dire quasi lessicale sulla geometria degli spazi espositivi, vuoti, ma, paradossalmente, caratterizzati da una semiotica di linee, piani, punti.

Nella stanza del camino si incontra Ad Lib, nella versione del 2020; un accordo del Requiem di Brahms è emesso ripetutamente dalle canne di un organo alimentato da una macchina per respirare; un circolo senza via d’uscita, una inquietante interrogazione della relazione tra vita, corpo umano e tecnologia che non può comporsi.

La mostra offre inoltre la possibilità di vedere e ascoltare per la prima volta il complesso della ricerca dell’artista sullo spazio dei teatri: Monologue (2014-2017). Il lavoro si compone di una proiezione video a ripresa fissa in cui suono e luce emergono gradualmente mentre l’artista sul palcoscenico “ascolta” la sala; nella stanza adiacente si possono ammirare una serie di immagini fotografiche del proscenio di noti teatri coinvolti in questo progetto, che si relazionano alle sculture sonore Echea: reinterpretando la tradizione delle anfore antiche che amplificavano il suono nei teatri, Echea emettono le registrazioni delle risonanze dei teatri vuoti “rifiltrandole” con la propria stessa forma cava.

"Il progetto espositivo Tracks/tracce disegna quindi un approccio alla produzione di Michele Spanghero a più livelli. La suggestione modernista e minimalista, in cui il vuoto produce senso lì dove la forma si offre come pura ed essenziale, si combina, come suggerisce Andrè Schaeffner col fatto che ogni vuoto, ogni superficie concava è cassa di risonanza e quindi potenziale strumento musicale. Si ripensa quindi a John Cage per cui “il silenzio non esiste” ed ogni assenza di suono o musica è sempre ascolto di qualcosa d’altro, fino al sistema nervoso, al battito del cuore, al respiro. Per questo ascoltare è sempre qualcosa in più di sentire.

Se per Claudio Ambrosini il silenzio per “un compositore, un musicista è come il materiale solido per uno scultore”, per Michele Spanghero, in modo meta linguistico, l’assenza di suono in uno spazio vuoto determinato è solo apparente; quel luogo possiede una voce specifica, quantificabile in misurazioni, onde, filtri, trasportabile e ricollocabile; Il suono è solido, crea volume, riempie immaterialmente lo spazio vuoto, come un fluido, inafferrabile e sempre variabile. E si libera continuamente dei suoi contenitori. Ecco le Tracks/Tracce sono i piccoli vortici di questi suoni liquidi, i cui nodi, direbbe Tim Ingold, si formano attorno a questi particolari strumenti emittenti dell’artista, oggetti, speakers, sculture, installazioni.

Inoltre quando ascoltiamo le opere dell’artista, continuiamo a vedere, anche se dislocati percettivamente, immaginiamo l’emersione degli spazi originari. Così, quando osserviamo i suoi disegni muti, ascoltiamo ancora, guardiamo attraverso, direbbe Emilio Garroni. Perché immagini, disegni, schemi, spazi bianchi e grigi dove si attende la nascita dell’immagine e di una forma, sono un’altra versione della tensione all’udibile. La mostra rende conto di queste differenti modalità espressive e di queste connessioni, anche linguistiche, alle quali l’artista non si sottrae, alimentando una incessante rielaborazione di senso" (SC)


Biografia

L'attività artistica di Michele Spanghero (Gorizia, 1979) spazia tra il campo delle arti visive e sonore. Menzionato come “Miglior giovane artista italiano 2016” secondo la rivista «Artribune» ha esposto in mostre collettive e personali in diverse istituzioni internazionali quali School of the Art Institute (Chicago), Cinémathèque québécoise (Montreal), Hyundai Motorstudio (Pechino), Museum of Modern Art (Istanbul), Darb 1718 Centre (Cairo), Giardino delle Tuileries (Parigi), Le Centquatre (Parigi), Ars Electronica festival (Linz), Technisches Sammlungen (Dresda), Kapelica Gallery (Lubiana). La sua attività in Italia comprende 16° Quadriennale d'Arte (Roma), Mart (Rovereto), Galleria Nazionale dell'Umbria (Perugia), Fondazione Benetton (Treviso), Palazzo Te (Mantova), Galleria Civica (Modena), OGR (Torino), Tempio di Adriano (Roma), Museo d'Arte Contemporanea (Lissone) e Castello di Miramare (Trieste). www.michelespanghero.com


GALLERIA ALBERTA PANE Dorsoduro 2403/h, 30123 Venezia 44 Rue de Montmorency, 75003 Paris +39 041 5648481

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Ultimo aggiornamento: 01/02/2024 ore 14:04