Le aree umide

Nel corso del 2012 l'ex Istituzione Bosco e Grandi Parchi, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, con il co-finanziamento della Regione Veneto e del Comune di Venezia, ha realizzato due importanti interventi di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua all'interno del Bosco di Mestre. Sono state create due zone umide artificiali (wetland) fuori alveo, del tipo a flusso libero superficiale, con l'obiettivo di ridurre il carico di nutrienti veicolati dalle acque alla Laguna. A valle è stato costruito un manufatto, che alloggia una paratoia a ventola con la quale è possibile controllare e gestire il livello dell'acqua delle aree umide.
Di particolare interesse è l'utilità del progetto ai fini del miglioramento naturalistico. Gli ambienti umidi (come ad esempio gli stagni, le zone paludose, le torbiere etc.) sono l'ambito ecologico che nel secolo scorso ha subito il maggiore deterioramento. Un fenomeno che è legato prevalentemente alle esigenze dell'uomo, come ad esempio al bisogno crescente di terreni coltivabili ed edificabili, e che è stato accelerato dall'estrema vulnerabilità di questi ecosistemi. In Italia, il problema è facilmente riscontrabile in tutta la pianura padana, dove un tempo l'acqua occupava ampie superfici e contribuiva in modo determinante a preservare una elevata diversità ambientale e biologica. L'impoverimento degli habitat acquatici e umidi è quindi una delle cause che ha influito maggiormente sulla riduzione del numero di specie animali e vegetali presenti negli ambienti di pianura.
Ultimo aggiornamento: 09/01/2024 ore 10:52