Porto Marghera
Porto Marghera, una delle più grandi zone industriali costiere d’Europa, si estende su una superficie complessiva di oltre 2.000 ettari dei quali circa 1.400 occupati da attività industriali, commerciali e terziarie, circa 350 occupati da canali navigabili e bacini, 130 riservati al porto commerciale e il restante suolo occupato da infrastrutture stradali, ferroviarie, servizi, ecc. (40 km di strade interne, 135 km di binari ferroviari, 18 km di canali portuali e circa 40 ettari occupati da aree demaniali).
Il polo industriale veneziano ha vissuto nell’ultimo decennio una profonda trasformazione con numerosi processi di ristrutturazione e riconversione produttiva, ma anche pesanti crisi accompagnate da dismissioni di impianti produttivi.
Archivio della Comunicazione. Comune di Venezia.
Oggi, Porto Marghera, pur confermando la forte vocazione industriale e portuale, presenta un tessuto economico molto diverso rispetto a quello che ha contrassegnato il modello di sviluppo nel secolo scorso, in quanto caratterizzato da nuove funzioni e specializzazioni e da un’imprenditoria sempre più differenziata che include nuove categorie di attività e professionalità.
Il Comune di Venezia e le Istituzioni pubbliche, locali e nazionali, riconoscendo la valenza strategica di Porto Marghera, promuovono e sostengono processi di sviluppo e di riconversione dell’area industriale al fine di garantire il mantenimento della sua vocazione produttiva e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
A partire dall’Accordo di Programma per la Chimica del 1998, numerosi, negli anni, sono stati infatti gli accordi, le intese e gli strumenti di programmazione territoriale ed economica promossi al fine di facilitare la riqualificazione ambientale ed economica dell’area e favorire l’avvio di nuovi investimenti e di nuove iniziative economiche.