La storia

L’origine del Teatro AURORA è ben descritta nel testo di Alessandro Cuk, I Francescani a Marghera, 1996, Venezia - Mestre Alcione Editore, pag. 31-34. L’Autore illustra i vari passaggi che hanno portato i Frati Minori della Provincia di S. Francesco, da poco arrivati a Marghera per l’assistenza spirituale e religiosa dei fedeli, a promuovere, tra molte difficoltà, la realizzazione del Cinema Teatro Aurora all’interno del complesso del patronato.
«La costruzione della Chiesa era il punto centrale nell'attenzione dei Padri Francescani ma certamente non l'unica. Ecco alcuni passi di una lettera che P. Salvatore Ferin il 20 luglio 1932 manda al Podestà di Venezia: "La cura del bene spirituale e morale della popolazione di Marghera che da oltre 5 anni fu affidata a noi Padri Francescani, ci ha fatto constatare la necessità di avere un fabbricato con sala di ricreatorio e locali adatti ove raccogliere la gioventù per l'educazione morale religiosa e doposcuola con ampio cortile per un sano divertimento agli stessi. Questo che, a causa delle impossibilità finanziarie non potè essere finora che un semplice desiderio, per un benigno incontro della Provvidenza si promette di divenire una realtà …… Quindi mi rivolgo alla S. V. Ill.ma perché voglia con atto generoso concorrere all’opera tanto benefica alla gioventù, con la gratuita cessione di quel tratto di terreno in continuità di quello ceduto ai religiosi"… L’Autore registra le numerose difficoltà che dovettero comunque affrontare i Frati per arrivare a realizzare il tanto desiderato Patronato con annesso Cinema e Teatro. In conclusione, durante le festività natalizie del 1934 si inaugura finalmente il cinema Aurora e il Patronato e i tempi sono davvero estremamente brevi pensando solo all'iter che si è sviluppato per la realizzazione della Chiesa. …..
Da questa lettura possiamo desumere che i Frati hanno avuto fin da subito la consapevolezza che per assistere spiritualmente e umanamente la popolazione di Marghera, sempre più numerosa, non era sufficiente limitarsi a una offerta di celebrazioni e catechesi. Era necessario infatti promuovere una formazione umana e cristiana integrale, rivolta soprattutto alle nuove generazioni provenienti da famiglie venute ad abitare nella “Città Giardino” solo da poco tempo, perciò bisognose di conoscersi e di integrarsi. Ecco allora l’idea davvero illuminata di promuovere la costruzione di un edificio dotato di locali adatti allo scopo e di una sala ricreatorio per l’“educazione morale e religiosa”, e per offrire l’opportunità di un sano divertimento, con l’obiettivo di costruire persone mature dal punto di vista umano e cristiano.