L’immaginazione letteraria mescola le carte, combina ricordi, portando lo scrittore a scalare dimensioni inimmaginabili, fino a diventare un “folle senza Dio”. Che si chiede se davvero esiste la vita dopo la morte. Nella forma narrativa che lo ha reso celebre, quella del “romanzo senza finzione”, lo scrittore spagnolo Javier Cercas, partendo dal suo ultimo libro Il folle di Dio alla fine del mondo, in dialogo con il Sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione p. Antonio Spadaro ci porta in un viaggio alla ricerca di una risposta alla domanda che nessuno può fare a meno di porsi: “È vero che esiste la vita dopo la morte?”. Intime ossessioni che si fondono con una delle preoccupazioni fondamentali della società contemporanea: il ruolo della spiritualità e della trascendenza nella vita umana, che inevitabilmente si confronta con la religione e con il desiderio di immortalità.
Javier Cercas è nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres. La sua opera, tradotta in più di trenta lingue, è pubblicata in Italia da Guanda: Soldati di Salamina (Premio Grinzane Cavour 2003), Il movente, La velocità della luce, La donna del ritratto, Anatomia di un istante, Il nuovo inquilino, La verità di Agamennone, Le leggi della frontiera, L’avventura di scrivere romanzi (con Bruno Arpaia), L’impostore, Il sovrano delle ombre, Colpi alla cieca, e la trilogia formata da Terra Alta, Indipendenza, Il castello di Barbablù. I suoi libri hanno ottenuto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui il Premio Nacional in Spagna, l’Independent Foreign Fiction Prize nel Regno Unito, il Prix Méditerranée in Francia, il Premio de la Crítica in Cile, il Correntes d’Escritas in Portogallo, l’Athens European Prize for Literature in Grecia, il Taofen in Cina e il Prix du Livre Européen assegnato dal Parlamento Europeo. Tra i premi ricevuti in Italia ricordiamo il Grinzane Cavour, il Premio Salone Internazionale del Libro di Torino e il Premio Letterario Internazionale Mondello. Dal 2024 Javier Cercas è membro della Real Academia Española.