Io Sono Teatro....tra la gente - Presentazione II Parte

Io Sono Teatro… tra la gente: al via la seconda parte, nuove location e nuove proposte per 11 spettacoli da luglio a settembre

manifesto

Programma

Dopo il grande successo di pubblico che la prima tranche di spettacoli ha riscosso nel mese di giugno, Io Sono Teatro… tra la gente, rassegna di teatro estivo all’aperto, organizzata dal Settore Cultura del Comune di Venezia in collaborazione con Arteven Circuito Teatrale Veneto, torna in nuovi affascinanti luoghi della città, per un ricco cartellone che accompagnerà l’intera estate.

Malamocco, Pellestrina, Parco Bissuola, il Giardino del Teatro Momo, Campo San Polo in centro storico e il Giardino di Villa Erizzo-Biblioteca VEZ sono gli spazi urbani prescelti per assaporare altre 11 serate di teatro all’aperto.

L’iniziativa, realizzata grazie al cofinanziamento dell'Unione Europea - Fondi Strutturali di Investimento Europei - Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020 (PON Metro), si inserisce nel più ampio progetto di animazione culturale finalizzato a sostenere la ripresa delle diverse professionalità che operano nel comparto culturale e artistico, valorizzando il protagonismo di associazioni culturali e di categoria del territorio.

Il fitto calendario di spettacoli inizia lunedì 27 luglio a Malamocco con Michela Mocchiutti nell’intenso e surreale monologo MADAME IRIS, cartomante laureata Via Nassa 35. La curiosa e avventurosa attrice, con radici culturali venete, fa qui i conti con uno scrittore veneto di fama internazionale: Dino Buzzati. Più precisamente con il suo Sola in casa, da cui è appunto tratto lo spettacolo, con protagonista uno dei suoi più suggestivi personaggi femminili teatrali: Madame Iris. Il racconto è ambientato nell’Italia del dopoguerra, sprofondato in un’atmosfera thriller, attenuata e resa rarefatta dalla carica ironica, a tratti comica, del testo, un intenso e surreale monologo a due voci. La simpatia della protagonista, travolgente tra l’enorme chioma, il decollete e gambe rette su lunghissimi tacchi, fa da contraltare ad un set claustrofobico, in attesa di una minaccia esterna come il fortino de Il deserto dei Tartari, ma prendendo anche elementi classici del thriller.

Martedì 28 luglio appuntamento a Pellestrina con ANDAR SEVÉNTE, TORNAR DOSÀNA di e con Moira Mion. Protagonista Pòpi, una signora che va per i settanta e non torna in baréna da cinquanta anni. Sa che questa è l’ultima volta. L’accompagna suo figlio Meme, sfidando le secche dentro ai ghebi, cercando la via tra tamerici e salicornie. Insieme, in cerca di quel che resta dell’isola dove lei ha trascorso tanto tempo nella sua infanzia. Pòpi, più volte madre, nonna, osserva e descrive in maniera lucida i fatti della sua esistenza, non priva di ironia: “se me metevo a vendère capèi el mondo nasseva senza testa!”. Con la sua narrazione ci invita a toccare quel filo d’acqua che la lega a Chioggia, a Valle di Rivòla detta El Barenòn , a Marghera. Un unico filo fatto della medesima acqua e dello stresso respiro, quando il respiro di una donna si fa respiro della barèna, è sevènte e dosàna, cresce e cala, apre e chiude, è l’alternarsi delle maree dell’esistenza.

Ci si sposta quindi all’Arena Parco Bissuola dove, giovedì 30 luglio, Marta Cuscunà interpreta LA SEMPLICITÀ INGANNATA, satira per attrice e pupazze sul lusso d’essere donne, liberamente ispirata alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine. Seconda tappa del progetto di Cuscunà sulle Resistenze femminili, ci presenta alcuni importanti tentativi di emancipazione femminile avvenuti in Italia già nel Cinquecento, immediatamente soffocati e dimenticati. Una pièce che vuol dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile; e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all'altra metà dell'umanità.

Sempre in Arena il 31 luglio Emergency Ong Onlus presenta STUPIDORISIKO, Una geografia di guerra. Lo spettacolo, nato dall’idea di diffondere e promuovere i valori della pace e della tolleranza, è una critica ragionata e ironica della guerra e delle sue conseguenze. Il racconto, partendo dalla Prima Guerra Mondiale e passando per la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, arriva fino alle guerre dei giorni nostri. Episodi storicamente documentati e rappresentativi della guerra si susseguono in modo cronologico e sono intervallati dalla storia di un marine, che parla toscano e che rappresenta il soldato di oggi.

A fine agosto a Mestre, due spettacoli hanno come scenografia naturale il Giardino del Teatro Momo. Mercoledì 26 agosto di scena Matteo Campagnol con Francesca D’Este e Filippo Fossa che, utilizzando ruoli e tecniche della Commedia dell’Arte con maschere non tradizionali, presentano IL PROF. CICERCHIA E IL TESORO DEI LEGUMI. Tragedia! I bambini non crescono più, anche se continuano a compiere gli anni… Cosa succede? Il professor Cicerchia Jones è perplesso, finché il pessimo Commendator Avidus non svela in diretta a tutte le televisioni del mondo che ha rubato lui tutti i legumi. Il professor Jones decide allora, insieme alla sua riluttante assistente Ornella, di partire subito per una mission impossible: un giro intorno al mondo per precedere Avidus, e mettere in salvo i legumi superstiti. Non mancherà lo scontro finale tra i due!

Giovedì 27 agosto, sempre presso il Momo, Fondazione AIDA nel divertente C’ERA DUE VOLTE IL BARONE LAMBERTO. Lo spettacolo è una riproposizione in forma scenica dell’omonima breve novella di Gianni Rodari. In scena anche il Maggiordomo del Barone, Anselmo - interpretato da Pino Costalunga - e Silvia Bonanni, una bravissima illustratrice che ricostruirà in maniera molto colorata e piena di fantasia la strana vicenda del Vecchio Barone che viveva nell’Isola di San Giulio, sul Lago d’Orta. La storia narra del Barone Lamberto che paga ben sei servitori per ripetere in continuazione il suo nome: un santone arabo gli aveva detto che ripetere il nome di qualcuno significava tenerlo sempre in vita.

È poi la volta di Venezia in Campo San Polo, dove saranno tre le proposte. Lunedì 31 agosto si inizia con TRE MAGGIORDOMI E UN BEBÈ. In un momento in cui il rispetto delle regole e del distanziamento sociale sono entrati come un tornado nelle nostre vite, ecco che vengono in soccorso i maggiordomi di Pantakin Circoteatro: siete pronti a ridere e meravigliarvi? Assisterete all’open day di una scuola di maggiordomi guidata da un direttore è implacabile nei suoi giudizi, l’aiutante tuttofare è un maniaco della pulizia e i cui allievi sono un ex domatore di circo in pensione, una cameriera entusiasta che sogna di diventare una “vedette” ed un ex mago dalle mani fatate che gioca a fare il Casanova. Riusciranno i nostri personaggi a rimanere impeccabili e a passare indenni la più temibile delle prove: accudire il piccolo bebè del proprio datore di lavoro?

Martedì 1 settembre il Centro Teatrale di Ricerca presenta LE QUATTRO STAGIONI, creazione per costumi e corpi con costumi di Sonia Biacchi, coreografia di Laura Boato e interpreti Jennifer Cabrera, Ilaria Foroni, Michela Lorenzano, Carla Marazzato. Le stagioni sono terra, e sono vita. Segnano il passo di un movimento che ritorna sempre uguale, eppure no - perché in questo svolgersi spiralante, in questo eterno ritorno, c’è chi nasce e c’è chi cresce, chi ama e chi muore, c’è qualcosa di nuovo che arriva e s’impone e qualcosa che si perde, si disperde o si congeda, e chiede un tempo e uno spazio di saluto. È un ritmo largo, che attraversa il tempo e le generazioni, e si nutre del silenzio, del suono del vento che scuote come del canto che risveglia, dell’ebbrezza di vita che informa ogni creatura. Questo spettacolo di danza intreccia l’opera della costumista Sonia Biacchi, indimenticabile fondatrice del Centro, con i corpi umani: il segno grafico e simbolico degli originalissimi costumi, capace di evocare la bellezza senza tempo della Natura e il suo svolgersi eterno, entra così in dialogo con il corpo, nello specifico con il corpo femminile.

Sempre a San Polo, mercoledì 2 settembre di scena Maria Amelia Monti, con Massimiliano Gagliardi, pianoforte e voce, e narrazione di Edoardo Erba, in S’È FATTO TARDI MOLTO PRESTO, Il tempo nella poesia, nella scienza e nella canzone. Attraverso un diario semiserio, uno scrittore appassionato di fisica (Edoardo Erba) racconta la sua difficoltà nel comprendere i nuovi concetti che riguardano il tempo e a intuirne le implicazioni nella vita reale. La narrazione, fatta di brevi flash pieni di umorismo, ha il compito di introdurre un’emozionante selezione di poesie contemporanee lette da Maria Amelia Monti. Il suo stile anticonvenzionale di lettura le rende praticabili, fruibili, assolutamente vive e vicine. Ciascun quadro poetico si conclude con una canzone, sempre a tema, interpretata dal maestro Massimiliano Gagliardi. I brani scelti tra una selezione di autori straordinari come De Gregori, Dalla, Califano, Testa, Tenco, Battiato, Negramaro, Fossati, arricchiscono la riflessione grazie alla raffinatezza dei testi e alla impareggiabile capacità di coinvolgimento emotivo della musica.

A settembre si ritorna a Mestre nel Giardino di Villa Erizzo dove il 9 settembre Barbamoccolo con SOPRAVVIVERE AGLI ANNI ’20 vi riporta nell’atmosfera di un caratteristico Cotton’s Club. Questo spettacolo comico/paradossale per due attori, pianoforte, contrabbasso e batteria ci riporta, appunto, agli anni ’20. Gli anni di Al Capone, delle sparatorie tra bande di gangster e dei fumosi club dove spesso, come nei film, qualcuno moriva a ritmo di claquette. Ma erano anche gli anni dell’old jazz, delle donne con il caschetto e i cappellini a cloche, dei primi abiti corti, con la vita bassa e la gonna plissettata, delle grosse Ford dalle quali scendevano le ingioiellate signore che si recavano a ballare il charleston.

Il nutrito programma si conclude giovedì 10 settembre, sempre presso Villa Erizzo, con Elio Germano in SEGNALE D’ALLARME – la mia battaglia vr. L’opera teatrale di Elio Germano e Chiara Lagani diventa un film in realtà virtuale, diretto da Elio Germano e Omar Rashid. Segnale d’allarme è la trasposizione in realtà virtuale de La mia Battaglia, un’opera - portata in scena da Elio Germano stesso - che parla alla e della nostra epoca. Lo spettatore sarà portato a piccoli passi a confondere immaginario e reale, entrando nella narrazione grazie alla realtà virtuale. Voi spettatori sarete portati ad immergervi nell’opera teatrale diventandone parte. Assisterete ad un monologo che sarà un crescendo e allo stesso tempo una caduta verso il grottesco. Segnale d’Allarme racconta una storia vera, la nostra.

L’ingresso a tutti gli spettacoli è gratuito e in conformità con le disposizioni dell’ultimo DPCM del 14 luglio 2020, l’accesso allo spettacolo avverrà con le seguenti modalità:

- l’accesso è consentito solo con mascherina e previa misurazione della temperatura corporea

- sarà possibile accedere alla platea a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo fino ad esaurimento posti 

- accesso ai luoghi dello spettacolo a partire dalle ore 20

- per accedere allo spettacolo verrà richiesta la registrazione dell’anagrafica prima di accedere al proprio posto.

Per maggiori informazioni consultare il sito e i canali social del Settore Cultura.

Ultimo aggiornamento: 24/07/2020 ore 13:49