Arianna Marcolin

Arianna Marcolin è nata a Schio nel 1998. Tipografa, segue la tradizione di famiglia e si specializza in tecniche di stampa. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove frequenta l’Atelier F e collabora con numerosi giovani artisti. Espone alla 103ma e alla 104ma collettiva Bevilacqua La Masa presso Galleria di Piazza San Marco, Venezia. Dopo il diploma di primo livello in pittura intraprende il corso magistrale di Grafica d’Arte ed Editoria, dove collabora alla realizzazione di numerose edizioni di pregio tra le più recenti Testo a Fronte, un dialogo con il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna. Nel 2022 prende parte al progetto Something out of it, un’ opera di Pauline Curnier Jardin nel contesto del carcere femminile in Giudecca. Collabora con Casablanca Studio, uno spazio di giovani artisti attivi a livello internazionale che risiede nella città metropolitana di Venezia. Ha l’onore di essere selezionata tra i quindici atelieristi di Fondazione Bevilacqua la Masa 2023.

La sua ricerca attuale si muove sul sentiero del ricordo. Le immagini tratte da istantanee fotografiche portano verso luoghi vissuti dove non è più possibile tornare. Gli spazi vengono filtrati e decostruiti dalle velature della pittura ad olio, portano in scena oggetti spogliati del loro uso quotidiano, che diventano soggetto. Il colore corroso dalla trementina si sedimenta sulla tela in modo inaspettato, come l’accadere di alcuni eventi che hanno il potere di aggrapparsi alla memoria. Questi non-luoghi assumono un valore archetipico fortemente soggettivo, in bilico tra una situazione di affettività inespressa e il traboccare di gesti di protezione. Il filo narrativo si articola spesso in dittici e trittici che dialogano tra loro in un rapporto di continuità, nei quali la resa della luce svolge un ruolo determinante: quanto può essere rassicurante l’alba e tagliente al tempo stesso - il linguaggio della luce è ciò che mi interessa di più. Le variabili tonali che questa assume danno una connotazione sensoriale ed emotiva creando un contesto alla valenza simbolica che ciascuno tende ad applicare ai soggetti rappresentati. Costruire un’immagine come tentativo di superare un confine, forse spazio-temporale, forse emotivo, sfondare della superficie piatta per raggiungere un punto di vista altro. La distanza di due punti che senza capirsi, si guardano.

Chiostro dei SS. Cosma e Damiano, Giudecca
ariannamarcolin.vi@gmail.com


Ore quattro e ventisette, olio su tela, 80 x 60 cm, 2019

Ultimo aggiornamento: 09/11/2022 ore 09:41