Alieni in Laguna è una ballata eco-narrativa sul nostro rapporto con la biodiversità, uno spettacolo musicale epico e ironico che esplora il nostro complesso, squilibrato, a tratti schizofrenico ma imprescindibile legame con le altre specie animali e vegetali del pianeta, invitando il pubblico a riflettere sul concetto stesso di “alieno” e sulla necessità di ridefinire il nostro rapporto con la Natura.
Dall’inaspettato ritorno della fauna nelle città durante il lockdown, partendo da un piccolo giardino condominiale visto come un Eden sporco e contemporaneo, ci si addentra nell’Era della Plasmabilità e dell’Amnesia Ecologica, dove cinghiali, orsi, lupi, granchi blu, lucciole, come spiriti degli antenati che vagano tra i condomini e stirpi di esseri umani da osteria, si confondono in una selva di storie, per riflettere sulle nostre origini e sugli impatti ecologici del nostro vivere.
Una narrazione teatrale che fonde realtà e fantasia, storia e biografia, scienza e folklore veneto: “mia nonna, che era un po’ strega, diceva che se gli animali ti entrano nei sogni, vogliono sempre dire qualche cosa”.
In un palcoscenico trasformato in una surreale laguna, Andrea Pennacchi porta in scena un racconto multiforme sulla biodiversità, un canzoniere teatrale eco-narrativo che esplora il nostro faticoso, squilibrato, schizofrenico ma irrinunciabile rapporto con la natura che ci circonda, che ci fa paura e ci attrae allo stesso tempo, e che ci mette di fronte alla domanda: “ma tu, a chi sei alieno?”
Partendo dal lockdown, quando gli animali sembravano riprendersi le nostre città (o spesso gli spazi da noi tolti a loro), il racconto tocca alcune delle innumerevoli volte in cui l’Homo Sapiens ha dichiarato guerra a bestie e insetti, un conflitto che non sempre l’ha visto vincitore ma, di certo, grande divoratore di ecosistemi.
Con i suoi personaggi, Pennacchi ci conduce nella selva illuminata al neon di un Eden contemporaneo e impazzito in cui cinghiali, orsi, lupi, granchi blu, vongole filippine, alghe killer, lucciole dei condomini, marinai, cacciatori di frodo, complottisti che vedono serpenti cadere da elicotteri e altri esseri umani figli di osteria si fondono in una caleidoscopica raccolta di storie.
Ci porta così indietro nel tempo fino alla fantomatica Era della Plasmabilità con il racconto di una nuova visione eco-mitica della Genesi da cui proveniamo, per poi approdare dentro l’Amnesia Ecologica scoperta in un’osteria sui colli padovani in un passato che ha poco di nostalgico, un tempo che per ogni generazione rappresenta il punto zero da cui individuare i cambiamenti della natura attorno a noi dimenticandoci di quello che c’è stato prima e, forse, non preoccupandoci abbastanza di quello che succederà dopo.
Il naturale approdo di tutto il racconto è la laguna vista come la proto-casa di ogni vivente del pianeta, dove la lotta per la sopravvivenza scatenata dalle specie aliene ci mostra l’impatto di questo fenomeno sulla biodiversità locale e globale, mettendo in luce come i cambiamenti climatici e le azioni dell'uomo ne favoriscano la diffusione in maniera irreversibile.
Alieni in Laguna diventa specchio della società contemporanea, invitando il pubblico a riflettere sulle proprie azioni e sul concetto stesso di "alieno", suggerendo che, con saggezza e rispetto, con epica e poetica, con ironia e sogno, possiamo trovare un nuovo equilibrio nel nostro ecosistema in continua evoluzione.
La narrazione
A guidarci in questo viaggio tra naturale e artificiale, Pennacchi racconta alcune storie esemplari di uomini e animali, invasioni aliene attuali e lontane nel tempo, aiutato da personaggi inventati ma a volte fin troppo reali: un marinaio veneziano addetto agli spurghi navali che si rivela una sentinella contro le specie aliene, un complottista convinto che il governo mandi serpenti dal cielo, un sognatore di cinghiali deciso a ripopolare i colli euganei con le amabili bestiole, un irreprensibile padre di famiglia che dichiara guerra alle pulci facendosi prendere un tantino la mano che si alternano a momenti biografici che raccontano di un passato recente ma già profondamente mutato.
Racconti filtrati dalla memoria e apparentemente fantastici, si intrecciano con dati scientifici sulla diffusione di nuove specie, creando un contrasto tra la magia dell'infanzia e la dura realtà del cambiamento climatico.
Con la sua caratteristica abilità di mescolare comicità e dramma, Pennacchi usa questo suo personale bestiario alieno per toccare temi di grande attualità: le sfide dell'integrazione in una società in rapido cambiamento, la necessità di ripensare il nostro rapporto con l'ambiente. Il risultato è un affresco vivido e potente, dove il personale si fonde con l'universale, e dove le storie di animali e ecosistemi diventano uno specchio delle nostre sfide umane.