Storie a regola d'arte - L'arte contemporanea
Il gruppo discute di alcuni capitoli di:
Arte contemporanea : le ricerche internazionali dalla fine degli anni '50 a oggi – Capitolo “Essere femminile” a cura di Francesco Poli:
Il volume fa il punto sulle ricerche internazionali dalla metà degli anni '50, quando si delinea la svolta dell'arte contemporanea, a oggi. Dalla pop art alla recente net art, i 14 saggi esplorano momenti e movimenti chiave di mezzo secolo di creatività: situazionismo, arte minimale, land art, arte povera, concettuale, performance, body art, transavanguardia, video arte e fotografia.
Body art e storie simili : il corpo come linguaggio – Capitolo su Gina Pane di Lea Vergine:
Quando appare, nel 1974, questo studio è subito un successo editoriale, recensito da alcuni dei più autorevoli storici dell'arte e letterati (Giulio C. Argan, Edoardo Sanguineti, Max Kozloff, Lucy Lippard, François Pluchart, Peter Gorsen, Evelyn Weiss e tanti altri). Testimone diretto della nascita e della crescita di uno dei più controversi movimenti artistici, il volume di Lea Vergine si avvale di una serie di testi degli artisti stessi, ai quali l'autrice aveva chiesto di contribuire con una dichiarazione relativa al lavoro illustrato. Corredato di un'ampia documentazione di fotografie originali e fotogrammi di film, videotape, happening, azioni e performance, il volume analizza l'evoluzione di questo fenomeno attraverso le opere di sessanta artisti, da Gina Pane, Gilbert & George, Urs Lüthi e Katharina Sieverding a Rebecca Horn, Trisha Brown, Günter Brus e molti altri che hanno lavorato col e sul corpo. A quasi trent'anni di distanza, il testo viene ripubblicato con l'intero corredo di materiale fotografico originale. Il volume è arricchito e aggiornato da una postfazione di Lea Vergine che analizza il mutare della Body art negli anni Novanta: Orlan, Stelarc, Ron Athey, Franko B., Yasumasa Morimura, Jana Sterbak, Matthew Barney sono "virtuosi dello squilibrio, avidi di ogni sorta di piaghe, i mistici si distruggono per ritrovarsi. In questo finiscono col frequentare il mondo dei santi e delle vittime di cui perpetuano la seduzione".
Leonora Carrington : il surrealismo al femminile – Capitolo 5 “Sovversione del corpo, affermazione del sé” di Tiziana Agnati:
Il volume presenta in modo semplice e non accademico l'opera e la vita di questa artista che ha avuto un ruolo di grande importanza nel movimento surrealista fin dall'inizio, lavorando con personaggi come Man Ray, Salvador Dalì, André Breton e, naturalmente, Max Ernst. Inoltre viene presentato un racconto della stessa Carrington, "Down Below", in cui l'autrice narra in prima persona della sua terribile esperienza manicomiale durata un anno.
L'arte non è faccenda di persone perbene : conversazione con Chiara Gatti – Capitolo “Non ci sono più i kajal di una volta” di Lea Vergine:
Femminista e femminile, seduttiva e polemica, scomoda e appassionata, Lea Vergine è una delle ultime intellettuali del Novecento. Il suo libro sulla "Body Art fece scandalo". La mostra "L'altra metà dell'avanguardia" cambiò per sempre lo sguardo sulla creatività femminile. Nota per i suoi giudizi tranchant, non ha mai risparmiato artisti acclamati come Dalì ("un surrealista di terz'ordine, mitomane e kitsch") o Maurizio Cattelan ("un abile vetrinista"). Qui si racconta con il piglio dell'intellettuale di razza e le fragilità di una donna che non ha mai smesso di chiedere molto alla vita. Perché "l'arte è la rincorsa dell'amore".
Artiste e femminismo in Italia : per una rilettura non egemone della storia dell'arte – Capitolo su Carol Rama e Suzanne Santoro di Paola Ugolini:
Il volume è la costruzione di un percorso visivo in cui l'arte declinata al femminile diventa progetto non solo artistico, ma soprattutto politico, sociale e di genere. Tra i numerosi percorsi che possono essere tracciati per vicinanza geografica, temporale o stilistica, l'autrice seleziona una schiera molto significativa di artiste che hanno operato in Italia dalla prima metà del Novecento a oggi e dalle quali emergono una serie di articolazioni estetico-politiche che hanno fatto dell'arte un campo per esprimere aspirazioni sociali, urbane, ecologiche e femministe tanto radicali quanto oggi rimosse. Questo racconto di una storia dell'arte diversa da come la si può trovare narrata nei manuali scolastici è il tentativo, certamente non esaustivo, di tracciare un percorso filtrato attraverso le lenti del femminismo e della militanza al fine di proporre una lettura dell'evoluzione artistica da un punto di vista non egemone, quello femminile appunto, che possa continuare a trasmettere e attualizzare le voci di chi per secoli non ha trovato ascolto.
Vite di artiste eccellenti – Capitoli su Shirin Neshat e Guerrilla Girls di Costantino D'Orazio:
Già nell'antica Grecia esistevano artiste donne, che hanno decorato palazzi e lasciato tracce del loro lavoro. Durante il Medioevo, per lo più considerato un periodo nel quale le donne non godevano di alcun rilievo nella società, molte opere sono nate grazie alla manualità femminile, che si poteva esprimere soprattutto nei conventi. L'esplosione dell'arte al femminile risale però al Rinascimento, quando alcune artiste sono arrivate a occupare posti di rilievo nelle corti più prestigiose d'Europa godendo di una fama pari ai propri colleghi uomini. Bisogna attendere la fine dell'Ottocento per vedere alcune artiste esporre nelle mostre accanto a pittori uomini: spesso si tratta di compagne di artisti famosi, altre volte di donne capaci di imporre la propria personalità oltre al proprio talento. Sono le apripista di un fenomeno che nel corso del XX secolo diventerà inarrestabile: le artiste firmeranno i manifesti delle avanguardie storiche e saranno sempre più protagoniste, finché nella seconda parte del secolo supereranno i propri colleghi in quanto a fama e quotazioni sul mercato. "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori" è il titolo della celeberrima opera di Giorgio Vasari che, nel Rinascimento, ha costituito un vero e proprio canone. Oggi Costantino D'Orazio rende onore alle tante 'eccellenti artiste' di cui i canoni si sono troppo spesso dimenticati.
Femminismi contro : pratiche artistiche e cartografie di genere – Capitolo “Una ribellione intelligente: artiste del Pakistan” a cura di Elvira Vannini:
Se oggi siamo in grado di denunciare i limiti di un approccio eurocentrico e patriarcale alla storia dell’arte, i suoi protocolli e i suoi valori dominanti, d’altra parte non siamo ancora riuscite a costruire delle narrazioni contro-egemoniche. Il femminismo incontra il canone artistico come struttura di esclusione e di subordinazione che marginalizza le minoranze di razza e di genere e, pertanto, gli archivi femministi – dimenticati o soppressi – sono tra gli strumenti che abbiamo a disposizione per scrivere queste contro-storie. I saggi e gli scritti pionieristici qui raccolti, pressoché invisibili nel panorama italiano, intendono ricomporre le “geografie posizionali” tra arte e femminismi che, a differenti latitudini e temporalità storiche, pertengono al dibattito sul Sud globale, alla riflessione anticoloniale e alla critica al capitalismo. Mettendo in discussione il paradigma di centro-periferia, le costellazioni artistiche del Terzo mondo e dell’Est Europa si aprono a una moltitudine di voci provenienti da culture diverse e capaci di esplorare le “differenze” della rivoluzione femminista senza includerle in una storia già scritta.
L’arte in rosa: le donne nella storia dell’arte – Capitolo su Shirin Neshat di Emanuele Triggiani:
È possibile ridisegnare un profilo dell'arte occidentale in cui il ruolo della donna venga finalmente considerato nella sua portata storica e nell'originalità del suo contributo? Se si prendono in esame i manuali utilizzati nelle scuole secondarie o i testi di ampia divulgazione, ci si accorge della posizione marginale che ancora le viene assegnata. Eppure, il contributo offerto dalle artiste, nelle diverse epoche, costituisce un tassello indispensabile senza del quale si limita la conoscenza sia delle civiltà artistiche che ci hanno preceduto, sia di quella attuale. Questo testo di agile consultazione, concepito in origine all'interno di un percorso didattico destinato alle scuole, si offre ad un pubblico più ampio per generare una nuova presa di coscienza e per stimolare nuovi itinerari di approfondimento e sorprendenti riletture della nostra eredità artistica.
Femminist art: le donne che hanno rivoluzionato l’arte – Capitolo “Judy Chicago” e Faith Ringgold” di Valentina Grande, Eva Rossetti:
L’arte femminista non è l’arte realizzata da donne, non è un movimento che si differenzia per scelte tecniche o per forme innovative, ma è un movimento artistico e politico in cui le artiste erano attiviste per i diritti delle donne e utilizzavano l’arte come mezzo di lotta.” Gli anni ’60 e ’70 sono gli anni dei movimenti per i diritti civili, della contestazione studentesca e della seconda ondata femminista. Sono gli anni in cui nasce la Feminist Art, un movimento complesso e fondamentale per capire la storia dell’arte contemporanea. Attraverso le parole e i monologhi interiori di artiste come Judy Chicago, Faith Ringgold, Ana Mendieta e delle Guerrilla Girls questa è la prima graphic novel che racconta come le donne hanno cambiato per sempre l’arte.