Visioni per un inventario - una mappa del navegar pitoresco


Indagare l'attuale stato della pittura ponendo l'accento su quelle prove linguistiche che privilegiano una sensibilità quasi pre-romantica, apparentemente lontana dalla contingenza della contemporaneità. E' questo l'intendimento di Andrea Bruciati, curatore di "Visioni per un inventario", mostra collettiva di 19 artisti di generazioni diverse e diverse parti della penisola, ma tutti accumunati da cifre stilistiche riconducibili alle atmosfere insondabili dell'inconscio.

Evidenziando un atteggiamento che pone le sue premesse sul dato soggettivo e visionario della pratica pittorica, le opere selezionate sono tuttavia lontane da un 'favoloso' straniante o da una fuga aleatoria nella fantasia. Si tratta, piuttosto, di approcci alternativi alle consuete analisi della realtà, ove il dato ermetico delle rappresentazioni, spiega il curatore Bruciati, volge verso una operatività autonoma e in-soggettiva, per una nuova accezione di senso. Questa immersione nell'immaginazione creatrice, di junghiana memoria, conduce a prove affascinanti, contraddistinte, più che da risposte assertive, da una riflessione metamorfica in precario equilibrio fra logica ed irrazionalità.

Gli artisti selezionati sono: Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, 1983), Simone Berti (Adria, 1966), Lorenza Boisi (Milano, 1972), Thomas Braida (Gorizia, 1982) , Rossana Buremi (Augusta, 1975), Pierpaolo Campanini (Cento, 1964), Valerio Carrubba (Siracusa, 1975), Jacopo Casadei (Cesena, 1982), Paolo Chiasera (Bologna, 1978) ,Tomaso De Luca (Verona, 1988), Giulio Frigo (Arzignano, 1984), Lorenzo Morri (Jesi, 1989), Valerio Nicolai (Gorizia, 1988), Dario Pecoraro (Milano, 1984), Luigi Presicce (Porto Cesareo, 1976), Alessandro Roma (Milano, 1977), Marco Salvetti (Pietrasanta, 1983), Giovanni Sartori Braido (Venezia, 1989), Vito Stassi (Palermo, 1980).

Atmosfere sulfuree e decadenti si alternano a fibrillazioni telluriche della psiche, dove le tonalità umbratili e basse della retina vengono violentate da paste fluide ed espressioniste. Per questa via, il progetto espositivo intende recuperare una linea critica di interpretazione che, avvalendosi del pensiero di studiosi illuminati quali Briganti e Calvesi, persegue una sistematizzazione attualizzata dell'eccentrico, secondo un criterio assai vicino a quel 'sublime matematico', che rispondeva a Kant.

Se il titolo della mostra rimanda infatti ad un ossimoro, il sottotitolo rinvia invece al libro veneziano di Marco Boschini Le miniere della pittura (1664), con i suoi depositi di 'maravegie' di sconfinata e potente bellezza, ancora indici analitici di grande suggestione.

La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione edita da Quodlibet, Macerata (italiano / inglese), con testo curatoriale e interventi critici, impreziositi da un ricco repertorio iconografico con esperienze curriculari, che integrano, quale apparato scientifico di approfondimento, il concept dell'esposizione.

Ultimo aggiornamento: 17/06/2019 ore 10:30